Stray Toasters, di Bill Sienkiewicz (Edizioni BD)

“Qualcuno l’ha aggredita con un trapano… bucandole gli occhi, per innestarci cavi elettrici, come fosse una macchina. Poi ha inserito la spina e… ZAP. Andati i fusibili. L’amico ha invertito due cavi purtroppo. Magari poteva anche funzionare. Una cosa alla Frankenstein.” “Funzionare? E come? Da abat-jour?”


Egon Rustemagik è uno psicologo criminale, incline al bere e con un passato da paziente di clinica psichiatrica. Quando verrà chiamato per indagare su alcuni strani omicidi, si ritroverà faccia a faccia con la psicologa Abigail Nolan, suo vecchio amore, con la squilibrata e bellissima Dahlia, fiamma del suo presente, e con l’ossessionante ricordo di Mona, figura misteriosa di un tempo lontano.


Tra psicologhe sado-maso, diavoli in vacanza sulla Terra, avvocati perversi, elettrobimbi, dottori blu e inquietanti creature meccaniche, Stray Toasters è un giro sulle montagne russe della follia, un delirio letterario e figurativo in cui bisogna lasciarsi trasportare, godendo della potenza e dell’inventiva visiva di Bill Sienkiewicz.
Stili e tecniche differenti continuano ad alternarsi non solo tra una pagina e l’altra, ma anche all’interno della stessa pagina. Disegni, dipinti e collage si danno il cambio instancabilmente, in un lavoro che può ricordare per affinità un altro grande maestro come Dave McKean.


L’infanzia e i difficili rapporti familiari sono al centro dell’opera: “Il circolo di una famiglia è un triangolo. E i triangoli hanno gli angoli acuminati.”
La lettura non è sicuramente semplice; ogni pagina è densa all’inverosimile di significati e significanti; la trama contorta e alcuni intermezzi apparentemente fuori luogo possono far desistere i lettori che hanno bisogno di avere i piedi ben saldi a terra. Per tutti gli altri, la lettura sarà un viaggio emozionante e scioccante allo stesso tempo.
Non si può non rimanere deliziati dalle chicche che appaiono una pagina dopo l’altra, come la trasmissione culinaria “La fisica è servita” di Ellen Einstein, o la nota sulla cartella del Dottor Violet: “Il bambino calvo (quello con il cane parlante) dei fumetti è encefalitico, affetto da leucemia o qualcos’altro del genere? Accertare.”
Sarà facile perdersi nella prima metà del volume, ma quando gli innumerevoli nodi creati da Sienkiewicz inizieranno a sciogliersi e le tessere del puzzle si andranno a ricomporre, sarà altrettanto facile rimanere irretiti dal tesissimo finale.


L’opera risale al 1988, è stata pubblicata per la prima volta in Italia nell’89 e accolta dal pubblico di allora con una certa freddezza. Grazie a Edizioni BD è stata ripubblicata nel nostro paese nel 2010, in un’ottima veste editoriale.
Molto interessante anche la post-fazione all’edizione italiana, scritta da Fabio Licari, con foto realizzate da Diego Cajelli su materiale della collezione privata di Francesco Bazzana, da cui cito: “in quel lontano 1989 io e tutti gli altri, rimasti un po’ perplessi dall’apparizione di Stray Toasters, eravamo soltanto al passo con i tempi. Era Sienkiewicz avanti almeno vent’anni.”


Il pacato giudizio sull’opera da parte di chi vi scrive è: imperdibile.


(Marco Battaglia)