Vloody Mary: il buon sangue di Paolo Di Orazio non mente!

Layout 1La mia vita è la musica. Il mio sogno è far pompare il sangue nelle vene a tutti quelli che ascoltano la mia musica. Credo che la musica sia il motivo principale per provare a sentirci vivi”. [V.Mary] 

Vloody Mary è una Dj di successo. Popolarissima, osannata, idolatrata. Misteriosa, inquietante, irresistibile. Pelle di luna incorniciata di nero abisso. Un boa albino a farle da sciarpa. È seguita, protetta, minacciata, da schiere di ammiratori e ammiratrici. Sogno e incubo per tanti di loro. Le sue serate sono eventi epocali, appuntamenti imperdibili. Smuovono le folle. Di recente, sembra smuovano anche qualcosa di molto più atroce. Subito dopo le sue serate vengono trovati cadaveri fatti letteralmente a brandelli da qualcosa, o qualcuno. Qual’è il ruolo di Vloody Mary  in tutto questo? La si dovrà proteggere o sarà meglio esserne protetti? Spetterà al commissario Vanacore capirlo. A sue spese. Mentre un amore totale, crepuscolare sta emettendo i suoi ultimi afflati.

Paolo Di Orazio arriva a pochi centimetri dallo scrivere un capolavoro assoluto. Ritmato, terrorizzante, selvaggiamente estremo. Urban fantasy, horror, splatter, gotico e giallo investigativo insieme. Costruito con meticolosità eccezionale, con mirabili capacità evocative, con architettura ardita. Splendida e unica la ribaltante trovata di usare personaggi reali, piuttosto noti, e costruirci attorno una vicenda davvero angosciante. Geniale l’idea di inserire una sequenza a fumetti per descrivere una delle scene madri. Un pò Barker, un pò Landis, enormemente coinvolgente, ricercato nel linguaggio – pur con qualche piccolo svarione, è da tempo che i russi non sono più sovietici – cupamente erotico, apocalittico. Si nota la competenza estrema dell’autore nel muoversi nell’universo dark rock romano, supporto alla storia descritto con precisione molecolare. Si comprende la colonna sonora delle pagine, fondamentale accompagnamento. E si provano brividi veri.

Riconciliante. Con un genere intero che, di recente, troppo spesso aveva cercato di spacciare piatte macellerie per terrore vero. Perché non è la quantità di sangue a fare un buon horror, ma come viene distribuito. Forte, disturbante, imperdibile. Da ingerire assolutamente prima dei pasti.

(Giovanni Cattaneo)