Sinistre presenze raccontano temi sociali
Sinistre presenze non vuole essere la solita raccolta di racconti horror. Non vuole limitarsi a proporre le solite suggestioni evocative (17racconti17), non vuole essere la solita sequela di storie più o meno buone, alla faticosa ricerca di un filo conduttore. No, non solo. Sinistre presenze si propone, dichiaratamente, di andare oltre, di tentare qualcosa che, nel genere, non si è mai fatto. Vuole andare ad affrontare temi politico-sociali. Abbinare il nero all’impegnato. Sublimare paure individuali in angosce di gruppo o di massa. Decisamente, una novità. Con quali risultati?
Il libro fa leva su una molteplicità di eventi perturbanti, nei confronti però della molteplicità, non più dell’Io più intimo. Ed è la collettività intera a essere turbata, da un nuovo ordine politico instaurato da esseri più vampireschi che umani (Emocrazia), dal tema dell’abbandono degli animali (L’autostrada dei cani abbandonati), dalla follia di una infermiera assassina (I suoni della morte). È la coscienza comune a essere scossa, dalla glaciale descrizione dell’abisso di dolore in cui precipita un desaparecido (Escuela de mecanica), dalla libera violenza che alberga nei porti franchi che sono gli stadi di calcio (La melma dell’abisso), dal dramma infinito e terribile delle innocenti vittime della strada (Come fiori recisi dal turbine). E da altri, similari, piaghe sociali. Alle volte descritte, alle volte solo lucidamente preconizzate.
Il superamento del confine tra inconscio individuale e collettivo è la chiave di lettura di Sinistre presenze, dove l’analisi della paura diventa patrimonio comune, da esorcizzare non più nel buio della propria anima, ma alla luce di una agorà affollata e vivace. Quasi una esortazione al parlare con gli altri, per scardinare false credenze, per prendere consapevolezza collettiva dei diversi bachi del sistema, indispensabile primo passo verso il tentativo di esorcizzazione.
Nel suo percorso, la raccolta acquista qualità e credibilità quando affronta temi sociali in modo analitico, descrittivo – da segnalare le toccanti Come fiori recisi dal turbine e, in misura minore, L’autostrada dei cani abbandonati – esimendosi dal dispensare opinioni, spesso discutibili, sempre fuori luogo in un prodotto che dovrebbe essere trasversale, atto a stimolare il pensiero, non a incanalarlo dogmaticamente attraverso verità distorte. A partire dal titolo, che volutamente e furbescamente si presta a più chiavi di lettura.
Certamente interessante, ma adatto soprattutto a menti smaliziate, che sanno distinguere e ragionare con la propria testa, senza condizionamenti.
(Giovanni Cattaneo)