Horror Storytelling (AA.VV.)
Narrare storie non è solo mero passatempo, saporito condimento di raduni, conviviali o intimi. Non è intrattenimento fine a se stesso, non lo è mai stato. Fiabe, novelle, racconti, hanno sempre rappresentato fondamentale analisi della natura umana. Spesso in chiave metaforica, altre volte in forme quasi catartiche, liberatorie. Esorcizzazioni dei lati più oscuri, attraverso visioni delle storture altrui, fingendo siano quanto di più lontano dal proprio vissuto. Perfettamente consapevoli invece della ricorrenza di certe azioni, e reazioni. Questa raccolta, selezione nata dal concorso letterario Horror Storytelling, si propone di indagare a fondo un elemento, la paura, profondamente radicato nella nostra esistenza. Mettendo costantemente l’uomo al centro della scena, estraendone il lato più vulnerabile, per mezzo di un percorso ragionato attraverso le tre principali branchie narrative – classica, fantastica e thriller – in cui l’horror si può dividere.
La prima abbondante fetta di questa torta è dedicata all’horror classico, quello che esplora l’inspiegabile. Dove mostri, creature sovrannaturali, arcani demoni dispiegano la loro terribile potenza verso il fragile mondo di noi esseri mortali. Che ne veniamo soggiogati, sovrastati, stritolati. Paure irrazionali, paure che prendono forma e colore – nero – per franarci addosso. E in questa nutrita sezione, spiccano alcuni racconti che lasciano, per stile e fantasiosità, davvero con il fiato sospeso, con l’ansia e il sudore freddo tipici di chi viene coinvolto in spirali terrificanti. Il Nono Cerchio, letteralmente infernale, Potrei essere tuo padre, gelido, e Terribilis est locus iste, limpidamente angoscioso, rappresentano le punte più alte in un contesto comunque di buon livello medio, seppure dal sapore ancora un po’ acerbo. Solo, un piccolo appunto. Per definizione, sono racconti irreali. Non occorre giustificarli sempre con le inflazionatissime visioni oniriche – “era tutto un sogno” – o, peggio, come frutto di eccessi alcolici o addirittura conseguenza di troppo abbondanti libagioni. Autori, lasciamo intatto il fascino della fantasia pura!
La sezione centrale è dedicata al fantasy. Quattro racconti dove creature fantastiche, provenienti da altri mondi, con fisicità e caratteristiche differenti da noi, simili, o a volte totalmente aliene, si ritrovano ad avere sentimenti e reazioni umanissime, a provare emozioni, genuine e primitive. Nel genere, l’impegno più probante per gli autori, a cui l’inventiva non manca, è dare compattezza coerente a tutto l’insieme, far combaciare gli elementi irreali con quelli veritieri. E in questo senso, spicca per bianco nitore, per lucente limpidezza Il silenzio della neve. Che si scioglie piano fra le dita, lasciando un forte retrogusto amaro.
La raccolta si conclude con sette storie reali. Dove il male, quello più oscuro, terribile, è accanto a noi. Spesso viene dalle persone più vicine, addirittura dal sangue del proprio sangue. Ed è quello peggiore, quello che non ti aspetti, quello che si sopporta meno. E non c’è bisogno di eccedere, come qualche autore fa. Non serve, tale e tanta può essere la perversione maligna dell’uomo. Primitiva, ancestrale, quasi semplice nella sua “terrificità”. La densissima Imparare a respirare ne è un po’ l’emblema. Un colpo di maglio nello stomaco. Una sofferenza che non si può vivere.
Come tutte le raccolte di racconti, questo Horror Storytelling presenta buoni picchi e tediose discese, alti e bassi qualitativi. La media, però, in questo caso, risulta essere accettabile, nonostante l’acerba immaturità di fondo, l’essere selezione assicura un discreto risultato. Soprattutto, il numero elevato di racconti e l’accettabile prezzo di copertina ne sanciscono l’appetibilità.
(Giovanni Cattaneo)