Gospel di Capodanno, di Emerson Marlow
New Orleans. Capodanno. Feste senza freni, musica incessante, vizio, voglia di vivere, eccessi. Nonostante Katrina, da mettersi alle spalle il più velocemente possibile.
Roma. Tonache fruscianti, rosso porpora, rosso sangue. Verità da sottacere, mura da non penetrare, segreti da chiudere nel cassetto. E potere, e soldi, motori e movente della metà degli omicidi. Sui libri e nella realtà.
Cayetano Martinez, spacciatore, sfruttatore di prostitute, boss di zona. A Capodanno vuole divertirsi, consolidare la propria leadership, guadagnare con le sue ultime arruolate, più o meno forzatamente. Andrà molto diversamente. Un pestaggio subito, un tentativo di vendetta che gli si ritorcerà contro. In modo drammatico, definitivo.
Chi è l’artefice della dipartita di Martinez? Un insolito sacrestano col breviario in una mano e la P38 nell’altra? Uno strano turista italiano, mite picchiatore? Un fidanzato oltraggiato? O forse la vittima si trova al centro di un intrigo che viene da molto più lontano, da un oceano di distanza?
Il caso viene affidato alla ovviamente bellissima detective Jubilee Bowman, inevitabile distrazione per tutti i poliziotti del distretto, che inizia a rimestare nel torbido di un mondo sottotraccia, riconsiderando le prime, ovvie, apparenze, fino ad arrivare a….
Emerson Marlow, in questo romanzo pieno di piombo e di insospettabili killer, ci conduce per mano in questo thriller a presa rapida avanti e indietro nel tempo, al di qua e al di là dell’oceano, con un efficace ritmo fatto di continui flashback dove lo spazio-tempo è sapientemente movimentato come fosse un nastro da mandare avanti e indietro a proprio piacimento. La parte relativa a New Orleans è certamente più convincente di quella su Roma, da cui emerge una visione geograficamente e socialmente un po’ ingarbugliata. Oltre a dialoghi preconfezionati (voglio vedere quale cittadino romano si esprime dicendo “vuota il sacco”. O che “scartabella” i propri documenti). Giallisticamente, la trama si dipana in modo certamente avvincente e convince per quasi tutta la durata del romanzo, la suspense e i colpi di scena non mancano di certo. Solo il finale, per come è esposto, lascia al lettore l’impressione di un pizzico di incompiutezza e la sensazione di ricerca di facili scorciatoie. E una domanda esistenziale alla fine sorge inevitabile: ma i poliziotti americani si nutrono solo di ciambelle?
Si può leggere, magari durante un veloce viaggio in metropolitana o in treno, col mondo che scorre fuori, con un sacchetto di buone ciambelle accanto. E con un quotidiano a cui dare un’occhiata, alla fine.
(Giovanni Cattaneo)