“Boundless”, di Gianlorenzo Casini
“Più una specie è evoluta e più energia consuma per mantenersi nello stato di disequilibrio.” [J. Rifkin].
Ventunesimo secolo. Il mondo è ormai diviso in due macro blocchi. L’emergente, prepotente Cina da una parte, e l’Occidente tutto dall’altra. Una nuova gara coloniale si è aperta, stimolata dalla spasmodica ricerca di nuove risorse energetiche, necessarie a sfamare l’infinita voracità consumistica umana. Stavolta però si sono allargati, di molto, gli orizzonti della conquista. Il limite non è più circoscritto agli angoli più remoti della nostra vecchia, amata, terra. Il confine si è ampliato all’intero sistema solare. Che è ormai diviso in due distinte aree di competenza. I pianeti interni, verso il sole, sono sfruttati dalla Cina. Gli altri, quelli più esterni, sono competenza occidentale. La sempre più evidente maggiore efficienza dell’area che guarda all’Universo più remoto però ingolosisce Pechino, decisa a sovvertire in ogni modo la situazione di svantaggio. Nelle intenzioni del governo cinese, una missione diplomatica su Callisto, un satellite di Giove, vorrebbe essere utilizzata come pericolosissimo cavallo di Troia per carpire i segreti altrui, col rischio di portare l’umanità intera in una crisi senza ritorno. Quando la leale gente dello spazio resterà da sola nel difficile tentativo di cooperare e di superare l’ostilità reciproca, forse l’unica possibilità di salvezza della Terra sarà una pazzesca e rischiosa missione esplorativa, un sogno spaziale senza confini.
Gianlorenzo Casini ci propone questo thriller fantascientifico, una sorta di Spy story anni ’60 traslata nel futuro, un po’ Tom Clancy e un po’ Spazio 1999. L’idea di base è originale, realistica, ben strutturata e anche piuttosto etica, con una sua specifica morale. Tutta la trama avvince, lasciando col fiato sospeso, seppure con una divisione un po’ troppo netta fra i “cattivi” – i governanti tutti – e i “buoni” – gli intrepidi astronauti – con una impostazione tipica dell’Heroes book all’americana. E bellissime, oltre che scientificamente molto curate, sono le visioni astronomiche regalate copiosamente nel testo, vivide proiezioni di quanto c’è nel sistema solare. Quello che non convince per nulla è invece la struttura del testo, il modo in cui le vicende sono presentate. Scorre molto poco, vuoi per la farraginosa costruzione delle frasi, rese vischiose dal mettere troppo spesso il predicato dopo il soggetto, vuoi per l’uso molto dubbio della punteggiatura, vuoi per l’eccessivo uso della litote, la doppia negazione usata per affermare un concetto, di cui davvero si abusa. In più, o in meno, i personaggi sembrano tracciati in modo poco spiccato, e l’ordine dei capitoli sembra errato (si passa all’improvviso dal 9 al 18 e al lettore viene il dubbio di essersi sbagliato, o che manchi un pezzo). Appare infine poi un po’ troppo ottimistica la visione dei progressi umani nell’esplorazione e nella colonizzazione spaziale; plausibili i viaggi e anche forse gli insediamenti su Marte, ma appare davvero difficile che in poco più di cento anni si arrivi addirittura a colonizzare i satelliti di Giove!!!
In sostanza, un’ottima idea di base sviluppata in modo davvero poco letterario.
(Giovanni Cattaneo)