Portali mistici, fra santi e alchimisti

01-tris-portale-megaliticoLe porte magiche dal mito alla storia

Quando io e Orby passiamo vicino a delle rovine antiche, la nostra immaginazione si mette subito al lavoro, alla ricerca della storia nascosta in quell’angolo di mondo. Ancora più affascinanti sono, per noi, quelle porte che non possono essere attraversate da esseri umani, come le false porte egizie, quelle che recano simbologie criptiche ed esoteriche e quei portali che danno sul nulla (almeno in apparenza). E se invece conducessero da qualche parte?

Alcune fra le più belle storie fantastiche iniziano con una porta. L’armadio di Lewis catapulta i protagonisti nel mondo magico di Narnia, oltrepassando la porta dell’inferno, Dante inizia il suo viaggio nell’Aldilà, mentre è con una botola che inizia l’avventura dei Goonies alla ricerca del tesoro dei pirati.

La porta è un archetipo dell’immaginario umano. Cosa ci sia, oltre la soglia, è un mistero che può essere risolto soltanto grazie a un pizzico di curiosità, insieme a un atto di volontà. Ogni varco è, in un certo senso, un punto di incrocio fra vita e morte, tempo e spazio, visibile e invisibile. “Varcare la soglia” vuol dire passare da un luogo a un altro e, per estensione, da un mondo a un altro, da una dimensione a una completamente differente.
In questo viaggio andremo a esplorare i portali più misteriosi della storia, dalle porte magiche del mondo antico, fino ai varchi per i mondi fantastici, passando per le porte alchemiche ed esoteriche. Quello di oggi è soltanto il primo di tre appuntamenti incentrati su questo argomento.

Porte magiche del mondo antico

La falsa porta

La storia dell’umanità è ricca di portali misteriosi fin dagli albori della civiltà. Egizi, etruschi e romani ad esempio, creavano nelle tombe una sorta di porta simbolica detta “falsa porta”, che non conduceva in nessun luogo fisico, essendo un elemento architettonico che adornava la parete senza forarla.02-falsa-porta-egizia
Tuttavia, secondo le credenze di questi popoli, la falsa porta permetteva al defunto di attraversare quel misterioso confine fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Per gli antichi egizi, il ka del defunto, ovvero il suo “doppio astrale”, era l’unico a poter attraversare la porta dei morti. Per un certo periodo, anche la residenza reale presentava una falsa porta per permettere all’anima del faraone deceduto di accedere di nuovo al palazzo dopo la morte.

In modo simile troviamo nella Sardegna preistorica delle false porte nelle mura di tombe e di edifici megalitici, come nelle Domus de Janas, le cosiddette “case delle fate”, e in alcune “tombe dei giganti”.

Portali sacri

Se per i morti si usavano delle porte murate e ctonie (cioè rivolte verso la terra), ai vivi erano riservati dei veri e propri portali mistici. Ittiti, assiri, babilonesi e micenei costruivano porte magiche, con funzioni sacre e simboliche, di cui ancor oggi rimangono alcuni esempi.

La Porta di Ishtar è uno dei più famosi portali sacri della storia antica e faceva parte delle Sette Meraviglie del mondo antico prima di essere distrutta e sostituita nella lista dal Faro d’Alessandria. Era stata costruita nel V secolo a.C. dal re Nabucodonosor II, nella città perduta di Babilonia che, secondo alcuni storici, doveva il proprio nome alla porta stessa. Difatti il nome Babilonia verrebbe da Bab-Ilani, ovvero “la porta degli dei”. Si trattava di un enorme portale blu interamente ricoperto di lapislazzuli, decorato con motivi dorati in forma di draghi, leoni, tori ed elementi vegetali. Oggi una copia del portale può essere ammirato in Iraq, mentre ne esiste una ricostruzione parziale a Berlino, nonostante frammenti della porta siano disseminati in tutto il mondo.

06-porta-di-ishtarAltre famosi portali sacri del mondo antico sono la Porta dei Leoni di Hattusa, una città ittita, e la Porta dei Leoni di Micene (1300 a.C.). Quest’ultima segnava l’ingresso nelle mura ciclopiche della città paleolitica, era alta oltre tre metri e decorata da un architrave triangolare sormontato dai bassorilievi di due leonesse, probabile simbolo di Era, che si fronteggiano separate da una colonna.

Le porte sacre orientali

In Oriente troviamo numerosi esempi di porte mistiche che segnano i punti di accesso per templi e luoghi sacri.

In Giappone il Torii è un tipo di portale in legno rosso che segnala il punto d’accesso a un luogo sacro. Il termine “Torii” letteralmente significherebbe “il luogo dove si posano gli uccelli”, forse per via del fatto che tutti i volatili (in particolare quelli mitici) erano ritenuti i messaggeri degli dei. Secondo una leggenda, il primo Torii sarebbe nato per tenere aperta la caverna in cui la dea del sole Amaterasu (“splendore del cielo”) si era rinchiusa, facendo cadere il mondo nelle tenebre; solo quando la dea venne convinta a uscire tornò la vita sulla terra. Quindi, in un certo senso, i Torii tengono in piedi il mondo.

Simile al Torii è il Torana dell’architettura buddista e induista, da cui potrebbe aver avuto origine il portale giapponese. La medesima influenza avrebbe dato vita allo Hongsalmun coreano, la porta d’accesso per i templi dalla funzione purificatoria. Tutti questi portali erano e sono tutt’ora dei punti simbolici di passaggio fra il mondo ordinario e il mondo straordinario, ovvero luoghi sacri dove viene celebrata la presenza di spiriti e divinità.07-torii-giapponesi
Il Paifang cinese invece, nel tempo ha perduto il proprio significato simbolico, mantenendo una funzione più che altro decorativa, sebbene anche in Cina esso delimiti talvolta la presenza di un luogo sacro o di un cimitero; come i Litch Gate del mondo anglosassone.

Le porte del Cielo americane, fra dei e popoli delle stelle

Se ci spostiamo nelle Americhe, troviamo numerosi esempi di porte magiche, per lo più di tipo naturale o megalitico.

In Perù, sulle rive del lago Titikaka, si trova la Puerta de Hayu Marca, detta anche la “Porta degli Dei” o “Porta del Cielo”, una gigantesca finta porta scavata nella roccia, dove pare che i nativi portino tutt’ora offerte agli dei. Secondo alcune leggende, si dice che esso fosse per l’appunto un magico portale per il regno degli dei, e che soltanto il mitico sacerdote Amaru fosse in grado di viaggiare fra i mondi “attivando” la porta tramite un disco d’oro massiccio. Quando arrivarono i Conquistadores, l’uomo attivò per l’ultima volta il portale, per non fare mai più ritorno.

Ben più nota è la Porta del Sole di Tihuanaco, in Bolivia, un portale di pietra che alcuni studiosi ricollegano all’osservazione astronomica di solstizi ed equinozi, i quali, similmente a quanto accadeva a Stonehenge, avevano per le popolazioni locali importanti significati religiosi. Il portale è decorato con incisioni simboliche che raffigurano esseri 09-porta-del-solealati, 32 con il volto umano e 16 con la testa di condor, mentre al centro, in rilievo, è rappresentato un dio armato di due scettri a forma di serpenti. Secondo la ricostruzione di alcuni archeologi, la Porta del Sole sarebbe stata parte di una serie di portali distrutti, di cui sono rimasti soltanto le meno note Porta della Luna e Porta delle Stelle. La città stessa di Tihuanaco era meta di pellegrinaggi fra i popoli precolombiani, che attribuivano la sua costruzione a una misteriosa popolazione scomparsa millenni prima.

In America del Nord alcuni particolari archi di pietra naturali, come l’Arch Rock nell’Isola di Mackinac Island in Michigan, rappresentano per i nativi americani delle vere e proprie porte fra il mondo degli uomini e quello della “gente del cielo”, e venivano spesso utilizzati come punti di passaggio per l’aldilà dopo la morte.

(Flavia Imperi)

Almanacco del Crepuscolo