Le leggende della Cappella di San Severo a Napoli

Cap_SanseveroCostruita per volere del principe di Sansevero Raimondo di Sangro alla fine del XVI secolo, l’omonima cappella situata in piazza San Domenico Maggiore a Napoli è senza dubbio una delle più interessanti d’Italia.

Le opere artistiche che l’hanno resa famosa includono il Cristo Velato, una scultura marmorea di ineguagliabile bellezza che da più di tre secoli affascina i visitatori del luogo sacro. Una leggenda circonda la scultura, secondo la quale a ricoprire il Cristo ci sarebbe in realtà un autentico velo in tessuto, trasformato in marmo grazie a una speciale tecnica segreta. La scultura porta la firma di Giuseppe Sanmartino, uno dei maggiori scultori italiani del Settecento. Sarebbe stato, sempre secondo la leggenda, proprio il committente Raimondo di Sangro, alchimista e SONY DSCscienziato, a insegnare all’artista il metodo che avrebbe permesso la calcificazione del tessuto.
Per quanto affascinante possa essere questa ipotesi, analisi attente della scultura sembrano comunque non ammettere dubbi: l’opera è stata interamente eseguita in marmo. La conferma di ciò giunge anche dalle lettere del Principe, così come da una ricevuta di pagamento datata 16 dicembre 1752:

«E per me gli suddetti ducati cinquanta gli pagarete al Magnifico Giuseppe Sanmartino in conto della statua di Nostro Signore morto coperta da un velo ancor di marmo».

La ricevuta è conservata presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli.
Oltre al Cristo Velato, possiamo ammirare l’abilità artistica di un altro scultore, Antonio Corradini, che ottiene un effetto simile – effetto che come abbiamo visto nulla ha a che fare con occulte formule segrete di calcificazione dei tessuti – con la sensualissima Pudicizia Velata.
Napoli-Cappella-Sansevero_10383Un’altra leggenda è stata appioppata alle Macchine Anatomiche, due corpi scarnificati di uomo e di donna che mostrano l’intero apparato circolatorio. Il notevole – e impressionante – risultato sarebbe dovuto a una sostanza misteriosa che, iniettata nel corpo dei due individui, ne avrebbe calcificato vene, arterie e capillari.
I due corpi calcificati sarebbero il risultato degli esperimenti che Raimondo di Sangro avrebbe effettuato in collaborazione con l’anatomista palermitano Giuseppe Salerno.
Interessante è sottolineare come la donna presentasse nel ventre, prima di essere poi trafugato, anche un feto. I due individui sarebbero stati due servi del Principe, per macchinaanatomical’appunto una donna incinta e un nano, che sarebbero stati sottoposti al trattamento quando ancora in vita in modo tale da permettere al cuore ancora funzionante di distribuire la sostanza nell’intero sistema circolatorio.
Ma qual è la realtà?
Un’analisi anatomica dei corpi evidenzia degli “errori” per quanto riguarda il sistema circolatorio delle due Macchine Anatomiche. Errori che, ovviamente, non dovrebbero essere riscontrati se si trattasse davvero di due sistemi circolatori calcificati.
A parte ciò, grazie a un contratto tra il principe di Sansevero e il dottor Salerno – il quale era famoso per le forniture di “cera colorata” – possiamo giungere alla conclusione che le due Macchine Anatomiche furono realizzate adoperando sì due veri scheletri, ma utilizzando altresì del fil di ferro e della cera colorata per la simulazione dell’apparato circolatorio. Questa ipotesi è stata definitivamente confermata dagli esami scientifici effettuati nel 2008 dai ricercatori della University College London. Lo scopo delle due Macchine Anatomiche sembra sia stata quindi puramente didattica.
Per quanto le storie che circondano alcune le opere presenti nella cappella siano in realtà solo leggende, il fascino del luogo rimane intatto. Forti sono infatti i simbolismi evocativi che adornano la meravigliosa Cappella di San Severo.

(Roberto Bommarito)