The Dark Ones, di Bryan Smith

The Dark Ones, di Bryan Smith
Delirium Books, 2011

Bryan Smith è un autore horror piuttosto prolifico, avendo pubblicato più di dieci romanzi dal suo esordio nel 2004. Nonostante abbia sempre trovato i suoi lavori molto onesti, non è mai riuscito a conquistarsi un posto speciale nella mia libreria. Questo The Dark Ones purtroppo non fa eccezione. La premessa è quasi standard: un gruppo di ragazzi più o meno deviati di una cittadina americana (i Dark Ones, appunto) evoca per sbaglio un demone intrappolato in una casa fuori mano, mettendo in pericolo la comunità in cui vivono. La storia viene narrata su due livelli temporali diversi: il presente in cui si svolgono gli eventi e il passato in cui si svela come il demone Andras sia stato imprigionato. La trovata stilistica funziona e almeno sotto il profilo del ritmo ci siamo. I protagonisti sono ben caratterizzati, anche nelle relazioni con gli adulti e la cosa rende almeno il background credibile. Lo stile narrativo è rapido e accattivante e rende la lettura scorrevole. Ciò che manca al romanzo per decollare davvero è ciò che succede. È lì infatti che l’autore manca di originalità. Cosa fa il demone Andras per conquistare il mondo? Prende possesso degli umani (e fin qui ci siamo), quindi li fa accoppiare tra loro nei modi più empi possibili solo per poi farli accoppare. Ho sempre pensato che usare il sesso per scioccare sia una scorciatoia troppo semplice da usare e anche qui ne ho avuto conferma: sì, l’incesto è brutto e può funzionare, ma lo trovo limitante se non aiutato da altri elementi, che qui vanno e vengono. Altro difetto che potrebbe passare in sordina grazie al ritmo del romanzo è che, per mischiare le trame, in alcuni casi i protagonisti fanno cose poco credibili, come quando i ragazzi si ubriacano e si addormentano proprio prima dello scontro finale (un po’ stiracchiata come trovata per rallentare gli eventi). Invece mi sarebbe piaciuto veder sfruttato meglio l’altro demone, Flauros, i cui elementi sembravano molto interessanti, lasciato inspiegabilmente in secondo piano.

Nel complesso è un buon lavoro, sicuramente adatto a tutti gli amanti dell’horror classico ma che poco aggiunge a quanto già visto e letto. Ancora una volta la promozione di Bryan Smith in serie A è stata rinviata. Tre revolver.

(Mauro Saracino)