Dossier Satanismo: Il rito della Messa Nera tra finzione letteraria e realtà
Come già detto nell’introduzione a questo dossier, cominciato a scrivere in occasione dell’uscita del romanzo L’Angelo Trafitto, di Alberto Büchi, non si può capire il satanismo se prima non si ripercorrono le tappe nel cristianesimo: il primo, infatti, non può esistere senza il secondo.
Il cristianesimo all’inizio fu osteggiato sia dal potere istituzionale che da quello religioso. I suoi adepti – è il caso di chiamarli così, in quanto erano ancora considerati appartenenti a una “setta”, perciò seguaci di un culto non riconosciuto – erano accusati soprattutto di “empietà” e di essere “atei”: si rifiutavano di compiere i sacrifici agli dèi della religione romana ufficiale ai quali non credevano ma che erano obbligatori per legge.
Dopo essere stati perseguitati per tre secoli, grazie all’Editto di Milano (313), voluto da Costantino e che riconosceva libertà di culto all’interno dei territori dell’Impero Romano, i cristiani poterono cessare di vivere la loro fede in segreto. Con l’Editto di Tessalonica (380), Teodosio elevò il cristianesimo a unica religione di stato e in seguito proibì i riti pagani; i suoi successori cominciarono a distruggere i templi e a perseguitare chi sacrificava agli dèi, fino a arrivare al 445, quando Valentiniano riconobbe il primato del papato nell’Impero d’Occidente, dichiarando che “nulla deve essere fatto contro o senza l’autorità della Chiesa romana”: di fatto, paganesimo e satanismo diventarono sinonimi. Chiunque si discostava da ciò che era approvato dalla Chiesa Romana fu considerato adoratore di Satana, compresi i cristiani che proponevano una diversa interpretazione delle Sacre Scritture e della dottrina ufficiale. Presero il nome di “eretici” e, nel Medio Evo, finirono sul rogo o giustiziati in altro modo. La caccia agli Adoratori di Satana a opera della Chiesa si rivolse nel Trecento perfino contro coloro che furono a lungo suoi paladini, i Templari, accusati di adorare Baphomet.
La Santa Inquisizione fu attiva in tutta Europa tra la fine del Medio Evo e dopo la Contro Riforma, mandando al rogo un numero imprecisato di uomini – e, in maggior numero, donne – accusati per ignoranza e paura di stregoneria. Fu solo tra il Cinquecento e il Seicento che si iniziò però a parlare di vere messe nere, il cui termine fu usato per la prima volta quando si indagò sullo scandalo che coinvolse Madame de Montespan, favorita del re Luigi XIV, accusata di essersi servita di una strega per eliminare una sua rivale.
Catherine “La Voisin” era solita preparare e vendere cosmetici, medicinali e veleni perfino alle nobili che frequentavano la corte francese del Re Sole. Nel giardino di una sua casa di Parigi fece allestire una cappella satanica con drappi neri, un altare e dei ceri preparati con grasso umano fornito da uno dei boia reali. Cominciò a celebrare messe nere con l’ausilio di un sacerdote, tale Guibourg, sul corpo nudo di una donna che fungeva da altare. Quando, nel 1679, la polizia, durante le indagini di quello che è passato alla storia come “l’affare dei veleni”, perquisì la casa, trovò una fornace dove furono bruciati circa duemila corpi di bambini, per lo più frutto di aborti clandestini, ma anche utilizzati come sacrifici ad Astaroth e Asmodeo.
Se l’Illuminismo in qualche modo “spense” l’interesse per il satanismo, per la Chiesa la Rivoluzione Francese stessa, che provocò l’uccisione di esponenti del clero, l’incendio di chiese e, soprattutto, il mancato pagamento della decima, era da attribuire al Maligno.
Nell’Ottocento, quando l’esoterismo e l’occultismo diventarono “di moda” tra gli intellettuali, ci fu un risveglio del satanismo, e la liturgia ideata da La Voisin finì per essere “perfezionata” dall’inventiva letteraria del romanziere Joris-Karl Huysmans.
Padre Michel Eugene Vintras, dopo che nel 1839 gli era apparso l’Arcangelo Gabriele, fondò l’Opera di Misericordia, i cui seguaci erano convinti di essere la reincarnazione di angeli che dovevano combattere sulla Terra l’ultima battaglia contro i demoni. Celebravano messe “sospette” dove si consacravano ostie in cui apparivano gocce di sangue, croci, cuori e simboli cabalistici. Vintras riuscì a infiltrarsi negli ambienti occultisti del tempo e a raccogliere molto materiale sulle attività dei satanisti in Europa, ma fu scomunicato nel 1851.
Joseph-Antoine Boullan, meglio noto come l’Abate Boullan (1824-1893), fondatore dell’Opera della Riparazione, riteneva il Demonio l’unico responsabile delle malattie considerate inguaribili. Boullan e i suoi discepoli pensavano di guarire queste malattie con preparati che contenevano le loro urine e feci, oltre che reliquie e frammenti di ostie consacrate. Ritenevano di poter combattere il demonio attraverso “unioni di vita”, rapporti sessuali che assumevano spesso un carattere perverso. Boullan fu scomunicato nel 1875.
Gabriel Jogand, ex allievo dei Gesuiti, entrò nel 1881 nella massoneria per poi distaccarsene nel 1885. Sotto lo pseudonimo di Leo Taxil pubblicò una serei di scritti antimassonici, compreso Le Diable au XX siècle in cui vengono raccontate le vicende di una certa Diana Vaughan, appartenente a un movimento massonico Palladista, e in seguito convertita al cattolicesimo. Nel libro è spiegato che la vera Massoneria era costituita da una setta di adoratori del Demonio, i Palladisti, i quali dichiarano Satana o Lucifero vero dio della luce, e il dio ebraico signore delle tenebre. In particolare, il loro culto si rivolge a Baphomet, il demone già individuato come oggetto di culto dei Templari. Nel 1897 Jogand confessò di essersi inventato tutto e che Diana Vaughan non era mai esistita.
A cavallo tra Ottocento e Novecento il giornalista Jule Bois pubblicò tre inchieste giornalistiche sui gruppi dediti all’occultismo parigino. Per la realizzazione di Le Satanism et la Magie Bois si avvalse proprio degli archivi di Vintras e delle rivelazioni di Karl Huysmans che nel libro Là-Bas, una sorta di autobiografia romanzata, aveva narrato le vicissitudini di uno scrittore coinvolto in una cerchia di satanisti dalla sua amante, Madame Chantelouve: confessò poi che l’opera era frutto della sua immaginazione, ma vi descrisse così bene una messa nera che venne presa come modello dalla maggior parte dei satanisti del secolo successivo.
Fu però il mago occultista Aleister Crowley (1875-1947), che non credeva né in Satana né in Dio e ridicolizzava e disprezzava i cristiani e gli adoratori del demonio, a definire una volta per tutte il rito della messa nera, come racconterò nel prossimo articolo.
(Biancamaria Massaro)