Cronache di evitabili morti annunciate

Newtown, Stati Uniti. 20 nuove bare bianche per bambini ammazzati non dovrebbero essere solo un numero, eppure rischiano di diventarlo. Perché, per parlare della strage in Connecticut, si deve per forza tornare con la memoria a quelle passate. Come quella messa in atto il 20 aprile del 1999 da Eric Harris (18 anni) e Dylan Klebold, (17) alla Columbine High School di Denver (Colorado, Usa): prima di suicidarsi, uccisero 12 studenti e un insegnante. O quella del 20 luglio 2012, quando un uomo mascherato da Jocker entrò in un cinema ad Aurora (Colorado) e fece fuori 12 persone ma salvò se stesso, così da poter essere protagonista di un processo-show. Sono solo le prime che mi sono venute in mente, forse nemmeno quelle con più vittime; la prima però è descritta e ben spiegata nel film-documentario di Michael Moore, perciò non si può dimenticarla, mentre la seconda me la ricordo perché ci fu qualche autorevole e superficiale “benpensante” che sostenne che era colpa della violenza del film.

Non sono stata molto originale: non ci sono giornali, tg, cinguettii vari e social network che non ne abbiano parlato. L’ho fatto pure io, condannando il diffondersi delle armi negli USA. E lo farò ancora per un po’, come tutti, poi calerà il silenzio, almeno fino al prossimo schizzato serial/mass/spree killer che diventerà famoso in America, per la morbosa gioia di molti salotti televisivi. Solo un altro tassello di qualche statistica multicolore da presentare a tutto schermo, prima delle novità della dieta post festività e dopo la ricetta facile facile per il Cenone di Capodanno. E magari ci sentiremo pure più buoni e in sintonia con il clima natalizio, perché in Italia queste cose non succedono: poco importa se qualche settimana fa a Scampia in pieno giorno due persone armate hanno inseguito e ucciso all’interno di una scuola materna un altro criminale e che alcuni mesi fa una studentessa di 16 anni a Brindisi è morta per una bomba: noi italiani siamo tutti brava gente.
Sì, gli italiani sono tutti brava gente e, almeno per ora – è il caso di sottolinearlo – non sfogano la propria inadeguatezza ad adattarsi alla vita quotidiana andando a sterminare colleghi, studenti o impiegati di banche, delle poste o altre istituzioni sia pubbliche che private che ci stanno dissanguando poco a poco. In fondo, pur protestando, l’IMU l’abbiamo pagata. No, noi italiani facciamo tutto a domicilio, dentro le sempre meno sicure e rassicuranti mura domestiche. E non posso neanche scrivere quanti femminicidi ci sono stati nel 2012 perché quasi ogni giorno il dato si aggiorna: per statistiche precise ne riparliamo il primo gennaio.
Per il 2013 ci auguriamo che in America finalmente Obama riesca a far approvare una legge che regoli la vendita e il possesso di armi e che in Italia le leggi sullo stalking e la violenza domestica vengano applicate come si deve, ma non basta. La legge può al massimo punire chi commette violenza o nel migliore dei casi fermarlo prima che arrivi all’omicidio, attività che vanno sempre e comunque messe in atto con i mezzi più opportuni. Ci vuole però un passo avanti, un cambiamento di cultura. Un’autentica evoluzione morale.
Gli americani non accetteranno mai di regolamentare l’uso delle armi perché, è noto, è un loro diritto sancito dal II emendamento della Costituzione. E non modificheranno mai la Costituzione finché saranno educati ad aver bisogno di un nemico – dal comunista “mangia bambini” del poi non troppo passato, al vicino per qualche motivo visto come “diverso” e quindi pericoloso per esistere, resistere e quindi difendersi. Gli italiani non smetteranno mai di commettere violenza sulle donne, sia essa sessuale, fisica o piscologica: quest’ultima sottile, strisciante, presente in troppe famiglie e sottovalutata finché si continuerà a pensare che la gelosia sia un eccesso di passione e non il bisogno/desiderio di un possesso che l’uomo è convinto da sempre di poter esercitare su compagne e figlie, non accettando il fatto che le donne, per prime, stanno finalmente capendo che non sono più una proprietà che passa dal padre al marito e pretendono lo capisca e lo accetti anche l’uomo.
Più semplicemente: prevaricare sugli altri in qualsiasi forma o motivo non può più essere considerata una possibile scelta per risolvere i rapporti umani, una necessità per stare meglio e una risposta ai problemi quotidiani. Violenza non è dimostrazione di forza ma di limitatezza di idee e ragioni. Uccidere non è quasi mai un atto di follia o un “raptus” –  rassicurante termine che ci fa credere che noi certe cose non lo faremmo mai – ma arrendersi all’istinto, alla parte più bestiale che è in noi, quella che pensa solo al proprio benessere e non all’essere “bene”, ultimo gioco di parole che mi permetto per 2012.
Auguro pacifiche e tolleranti festività a tutti.

(Biancamaria Massaro)