“Il muro del Canto” al Circolo degli Artisti
Quello di martedi 24 Aprile, al Cricolo degli Artisti, è stato un vero concerto “Nero”. Rassicuro i lettori: non è stato ucciso nessuno. Ma assistere a uno spettacolo de Il Muro Del Canto è un esperienza che ti catapulta nei “poliziotteschi” ambientati nella capitale degli anni ’70, oppure nelle tragedie, in stile Mamma Roma.
Sul loro sito ufficiale (http://www.ilmurodelcanto.com) si autodefiniscono “…un gruppo folk rock che attraverso l’inconfondibile dialetto romano racconta storie di eterni conflitti, questioni d’amore e di coltello, gelosie e vendette.” E non può esserci definizione migliore. Il cantato romano, la voce profonda di Daniele Coccia e quel loro folk-rock dalle atmosfere decadenti, sono solo alcuni dei marchi distintivi di un gruppo ormai affermato e conosciuto anche al di fuori della stessa capitale.
Il video del brano Cristo de Legno, inserito nell’articolo, è l’ultimo che li vede protagonisti. Seconda parte di quella che sembra essere una storia per immagini, iniziata con il precedente La Spina, è anche questo diretto da Carlo Roberti, della Solobuio Visual Factory. Forse non è un caso che il Parco Degli Acquedotti, situato in una delle zone più popolari nella parte sud-est della città, sia la bellissima scenografia naturale del video, come di alcune scene del già citato capolavoro di Pier Paolo Pasolini. Loro stessi hanno dichiarato di ispirarsi al grande regista deceduto più di trent’anni fa. Oltre che al neorealismo e a Gabriella Ferri.
Un aneddoto: l’attore che interpreta benissimo il prete è lo scrittore Sergio Gilles Lavacalla, già amico di Nero Cafè. Il suo Rockcriminal , è stato recensito da Barbara Baraldi nel numero uno della nostra rivista Knife. Nello stesso, è presente anche un mio articolo su un “reading” del suo libro.
http://www.youtube.com/watch?v=EBvNiH_1NUQ
Il gruppo, nato nel 2010 da un’idea di Daniele Coccia, voce principale anche dei Surgery, ha all’attivo l’ep omonimo e l’album L’Ammazzasette, uscito pochi mesi fa. L’esibizione nel noto locale romano inizia proprio con il brano che dà il titolo al loro lavoro. Per un’ora e mezza si susseguono le canzoni, inframezzate dalle storie, raccontate dal batterista e voce narrante, Alessandro Pieravanti. Le emozioni più intense arrivano con la provocatoria Chi mistica mastica e con il primo singolo della band, la struggente Luce Mia. Dopo aver eseguito San Lorenzo, la seconda voce prosegue con un racconto, legato anche questo al bombardamento americano sul popolare quartiere. Un episodio purtroppo vero, narrato anche nel brano San Lorenzo, di Francesco De Gregori, con un epilogo tristemente macabro. Le emozioni si susseguono e anche il sottoscritto si fa trascinare da questa onda irrefrenabile di musica e storie popolari.
Il concerto si conclude e il locale torna ad essere una discoteca. Rimane però la malinconia trasmessa dalle canzoni e dalle storie ascoltate. Quella che ti porta nella Trastevere delle “puncicate” e nelle varie periferie abbandonate della domenica pomeriggio. Quei posti ai margini, come gli abitanti che li abitano. La loro musica ha un fascino del tutto particolare, perchè parla di gente comune. Vittime e carnefici loro malgrado. Quel fascino che sa di sincero e imperfetto. Come la vita.
Per rivivere queste sensazioni, forse anche più intimiste dato il luogo, l’appuntamento è per domenica 29 Aprile, al teatro Quarticciolo. Il Muro Del Canto si esibirà in uno spettacolo semi-acustico, fatto di musica e parole. Tutte le informazioni le trovate qui http://www.teatrobibliotecaquarticciolo.it/adon.pl?act=doc&doc=751
(Alberto Cattaneo)