Olonomico, il pifferaio alle porte dell’alba

L’alieno Totka_II è l’invincibile sovrano dell’Impero Connettivo, il suo potere tecnocratico si estende ai confini delle galassie. Totka_II è sostenuto da Sillax, un valido postumano che ha saputo accogliere in sé parte della conoscenza del sapiente sovrano. Totka_II ha mire espansionistiche ma, è consapevole, i suoi eserciti sono inadeguati allo scopo. Ai confini dell’Impero Connettivo vi sono forze molto potenti che sfuggono al controllo del Sovrano, ne minano l’esagerato individualismo. Queste forze attraggono Sillax che varca il confine dell’Impero Connettivo per il suo desiderio di Conoscenza. La presenza enigmatica di Lycia e Storm sulle rive di un fiume, un misterioso antagonista alle soglie del bosco, (the piper at the gates of dawn) l’avversario di TotKa_II, un conflitto alle porte dell’Impero Connettivo rappresentano parte dei temi del libro.

«Cos’è Olonomico?»

«È un nome che comprende qualsiasi nome tu voglia darmi, ma non è nessuno di quelli che tu vorresti attribuirmi, un compendio che ha senso solo se consideri il tutto».

Olonomico è considerare il tutto, la totalità delle connessioni psichiche, è una conoscenza intuitiva, onirica, che intuisce il trascendente e lo comprende nella sua essenza. Olonomico è cecità e rivelazione delle infinite e invisibili connessioni correlate alla propria coscienza, dove l’essere incarnato, la materia, il mondo sensibile sono solo un evidente svantaggio.

«Giungo alla comprensione di quell’oceano di link, comprensivo d’innumerevoli fenomeni stocastici, attraverso raffinazioni successive di consapevolezza.
Sono cieco, ma se essere cieco significa percepire il mondo in questo modo, allora sono felice di esserlo. Sperimento una sorta di euforia, come se, diventando cieco, mi fossi evoluto verso uno stadio superiore di conoscenza».

È il tema della cecità come conoscenza che va al di là del sensibile. La perdita della vista “sensibile” per l’acquisizione della connessione psichica. Sillax diviene come Omero, un ὁ μὴ ὁρῶν, il “colui che non vede” dell’antichità, raggiunge uno stadio superiore di conoscenza.

Un Anima Mundi, un’anima universale, energetica, spirituale e tecnologica dà vita a un next-platonismo, delinea un principio unificante a cui risultano legati tra loro tutti gli esseri, i cui limiti sono costituiti, che siano postumani o alieni, dal loro essere biologici.

«Tu puoi capire solo limitatamente alle tue capacità fisiche e psichiche. Puoi afferrare una parte della consistenza globale soltanto grazie alle espansioni che hai in te, ma ti sfuggirà sempre la completa visione delle cose, anche se continuerai a espandere la tua fisicità e psichicità».

È il tema platonico dell’anima imprigionata nel corpo. O meglio dell’Energia ingabbiata nella materia. Anche il mondo sensibile ha una sua anima. Ma è imperfetta rispetto al mondo da cui proviene. Materia e corpo portano il disordine nella realtà. La materia è l’origine del male perché oppone resistenza alla perfezione delle idee, per cui esiste ma come realtà negativa. Non a caso una delle punizioni di Totka_II consiste nello spedire i condannati su Titano per annegare nella materia. L’antico filosofo Plotino, a tale proposito, mostrava questo particolare processo dell’Anima platonica descrivendo un lume e la luce che da esso si propaga. Più ci si allontana dalla fiamma e più la luce tende a sparire. Quest’assenza di luce rappresentava la materia.

È un next-panismo, tecnologico e onirico insieme, quello descritto in Olonomico, scrigno dei segreti netxtumani, un sapere scientifico ancestrale, alieno, potenziato dalla tecnica, dove la conoscenza è un’ossessione e la razionalità sembra un inutile orpello eretto a simbolo del biologico.
Non a caso, Lycia, una delle protagoniste del libro che compie un viaggio iniziatico di Conoscenza, incontra Pan al limite del bosco, la rappresentazione dell’archetipo, del dionisiaco e al contempo di questa energia tecno-orgiastica che entra ed esce dal mondo e si connette con tutto. Lycia viene scelta per la sua ricettività, per la sua capacità di accogliere in sé, sebbene nei limiti della sua biologia, il seme spirituale della conoscenza, della pura energia. È questa una delle simbologie più potenti che è possibile rinvenire nella nostra cultura e, per fare solo degli esempi, negli antichi testi, dal Ricettivo dell’I-Ching al vuoto taoista, alla yoni inserita nel triangolo rovesciato presente nella rappresentazione del Chakra del cuore.
Ma questa stessa stessa energia, sebbene infinita e indistruttibile, ha dei confini dettati dallo spazio e dal tempo. E il sovrano Totka_II ne è consapevole.

«Inutile che tu perda tempo con queste schermaglie verbali, ricordati che io sono il Signore del tempo e dello spazio».

Vi è un evidente richiamo all’antico dualismo, una frattura nel tessuto connettivo dell’universo, rappresentata dal limes dell’Impero Connettivo e, per utilizzare un paragone, ricorda molto la contrapposizione tra l’apollineo e il dionisiaco, così come descritta da Nietzsche.
In Olonomico, l’alieno Totka_II incarna lo spirito apollineo, delinea algoritmi perfetti, ha una conoscenza razionale superiore a quella dei postumani ma sebbene sia una Conoscenza spropositata, quest’ultima è finita, Totka_II possiede lo Spazio e il Tempo, ha il dominio sul tempo in successione lineare ma non ha giurisdizione sull’universo dionisiaco, sulla forza vitale, sul Caos, sul tempo del mito, sulla possibilità dell’esperienza energetica totalizzante. In questo consiste la necessità di Sillax, il suo desiderio di conoscenza, il suo sentirsi incompleto, ciò che lo porterà ad abbandonare tutto, a lasciare il certo per sperimentare l’incerto e la cecità, al fine di percepire l’Indifferenziato, ciò che si trova oltre il limite del biologico.

Olonomico, un libro di Sandro Battisti (Postfazione di Luigi Milani).

(Luigi Bonaro)


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