Fantasmi tra i flutti
“Allora vidi Tommy allungarsi sul ponte, con la mano tesa, nell’atto di toccarmi un braccio. Stavo per chiedergli che diavolo volesse, quando si portò un dito alla bocca per farmi segno di non parlare, e indicò verso la prua, lungo il lato sottovento di poppa. Alla luce fioca, il suo viso era pallido, e pareva molto agitato. Per qualche secondo fissai nella direzione che indicava, ma non vidi niente.
«Che cos’è?» domandai a voce bassa, dopo aver scrutato inutilmente «Non vedo niente.»
«Shhh!» sussurrò, senza guardarmi.
Poi, con un improvviso singulto, saltò sul chiostro del timone e si fermò accanto a me, tremando.
Il suo sguardo seguiva i movimenti di qualcuno che io non vedevo.”
Il brano riportato è tratto dal racconto lungo di William H. Hodgson I pirati fantasma, meravigliosa ghost story ambientata in mare. L’autore, gran conoscitore delle storie marinaresche, portò per tutta la vita nel cuore il periodo che trascorse sulle navi. Hodgson, infatti, prima di dedicarsi alla scrittura e aprire una palestra di atletica, era passato da marinaio a ufficiale durante otto lunghi anni trascorsi per mare. Spinto dal desiderio di avventure, aveva lasciato a soli quattordici anni la famiglia e l’Essex per circumnavigare il mondo.
Il mare è spesso fonte di ispirazione per leggende e racconti del terrore: dai mostri degli abissi, alle civiltà scomparse, alle navi spettrali, ai pirati trapassati e vendicativi. Tutti noi ne conosciamo. Forse però non tutti hanno mai sentito parlare di un caso bizzarro che testimonianze, rapporti e una fotografia attestano come “storico”.
Mi riferisco ai cosiddetti nuotatori fantasma.
Torniamo indietro nel tempo di circa un secolo e immaginiamoci catapultati in mezzo al Pacifico, sulla petroliera Watertown, di proprietà della Cities Service Corporation, partita dalla California e diretta a Panama. La data precisa è una triste mattinata del 2 giugno 1929.
Tra i singhiozzi dell’equipaggio affranto vengono affidati all’oceano i corpi dei due membri più amati: le salme dei marinai James Courtney e Michael Meehan lasciano per sempre l’imbarcazione. I due uomini sono deceduti il giorno precedente, sottocoperta, intossicati da una fuga di fumi sprigionatasi a causa di un guasto.
Ai loro compagni sembra impossibile che proprio gli elementi più allegri della nave, quelli sempre pronti a scherzare e far ridere la ciurma nei momenti più difficili, sia caduta vittima di un destino tanto amaro.
Nel giro di poche ora la rassegnazione prende in fretta il sopravvento e l’equipaggio ritorna, mesto, ai propri doveri e alle proprie mansioni.
Appena ventiquattr’ore dopo, la mattina del 3 giungo, un marinaio corre allarmato verso il capitano, tale Tracy, indicando un punto tra i flutti. L’ufficiale, scorgendo due uomini in mare, ordina di rallentare immediatamente fino a dieci nodi per affiancarsi ai nuotatori caduti chissà da quale imbarcazione, ma questi svaniscono davanti agli occhi dell’incredulo equipaggio della Watertown, nel frattempo riunitosi.
L’avvistamento si ripete dopo poco, ma questa volta i due “uomini in mare” compaiono a pochi metri di distanza, tanto da essere riconoscibili nei lineamenti del viso.
Molti membri della ciurma sbiancano, riconoscendo i volti di Courtney e Meehan, gli amati compagni morti così poco tempo prima.
Nei giorni successivi la nave subisce un cambiamento di rotta per star dietro ai due fantasmi, che si sono portati davanti alla prua, come per indicare la via maestra. Ed è grazie a questo episodio incredibile che la petroliera scansa una tremenda tempesta.
Giunto a Panama, il capitano Tracy racconta tutto ai superiori, ma non trova nessuno disposto a credergli. Tuttavia ottiene che gli venga consegnata una macchina fotografica, per immortalare i due spettri tra i flutti, durante il viaggio di ritorno verso la California.
E così avviene.
Courney e Meehan tornano a tratti a farsi vedere, nuotando a fianco della grossa nave, tra la gioia dei compagni ormai abituati all’evento paranormale.
Tracy dal canto suo non si lascia sfuggire l’occasione e scatta varie fotografie, in pieno giorno. Otto foto per la precisione. Da quel momento, però, i fantasmi spariscono definitivamente.
Non verranno mai più avvistati.
Sbarcato in California, l’ufficiale consegna il rullino al quartier generale della Cities Service Corporation perché venga sviluppato sotto i suoi occhi ed esaminato.
Sette delle otto immagini non ritraggono altro che acqua.
Ma in una, una soltanto, è possibile vedere con chiarezza i nuotatori, James Courney e Michael Meehan. E poiché i familiari stessi dei due marinai deceduti, appositamente convocati, riconoscono i volti dei loro cari, il caso viene ufficialmente archiviato come paranormale.
(Giuliano Conconi)