The Visit: il ritorno di Shyalaman
Ennesima opera firmata M. Night Shyamalan che ha spezzato il pubblico. Il regista indiano, conosciuto per quel capolavoro che è stato The Sixth Sense, ancora una volta tenta un azzardo per sorprendere lo spettatore. Purtroppo, ci dispiace dirlo, in quest’occasione fallisce il tiro, presentando un mockumentary particolarmente melenso e prolisso, che solo a tratti ha sbalzi interessanti. Il finale, a un certo punto, diventa prevedibile e, forse, anche poco credibile.
Ma andiamo con ordine.
Rebecca e Tyler Jamison sono due ragazzini che non hanno mai conosciuto i loro nonni a causa di una brutta lite che ebbero con la loro madre, Loretta, quando lei era ancora una ragazza. Loretta scappò di casa per amore, lasciandosi in modo traumatico con i suoi, i quali non vollero più vederla; fino a quando, quindici anni dopo, tornano a farsi vivi via internet chiedendole di incontrare i nipoti. I due ragazzini sono naturalmente entusiasti. Loretta, in partenza per una crociera con la sua nuova fiamma, mette i bambini su un treno, lasciandoli così da soli.
I nonni li accolgono a braccia aperte. Rebecca e Tyler hanno deciso di girare un video-documentario sulla giovinezza della mamma e, per farle un regalo, estorcere – riprendendolo con la videocamera – il “perdono” dei suoi genitori. Tuttavia da subito capiscono che qualcosa non va: alternati a inequivocabili gesti d’affetto, infatti, si manifestano atteggiamenti strani e inquietanti. Il nonno è incontinente e dimentica le cose, oltre ad avere strani scatti di rabbia, e la nonna soffre della sindrome del tramonto, che la induce ad andare completamente fuori di testa – come girare nuda, strisciare e graffiare i muri – durante la notte. Così, i due ragazzini cominciano a indagare…
Segue spoiler.
Il vero colpo di scena arriva a tre quarti di film, quando ormai manca un solo giorno alla partenza di Rebecca e Tyler. A quel punto, i due mostrano via webcam sul loro portatile i loro nonni alla madre, che… beh, non possiamo dirvelo, sarebbe davvero troppo. Ma tutto il film si regge su questo momento. E saltano fuori alcune domande che non possono non essere accompagnate da una certa perplessità.
Alla fine, una volta terminato, del film non resta che uno strano e fastidioso ricordo. Momenti drammatici – e commoventi – che vedono i due bambini mettersi a nudo di fronte alle telecamere, rimangono emozioni disattese; la follia dei nonni provoca una certa ansia e tuttavia è come soffocata dallo stile mockumentary che, paradossalmente, sembra inficiarne la verosimiglianza. Insomma, The Visit non è uno dei film meglio riusciti di Shyamalan e si colloca, purtroppo, tra le fila dei suoi insuccessi.
Due coltelli.
(Daniele Picciuti)