Origini Segrete, l’omaggio non tanto… segreto ai cinecomics
Il filone dei cosiddetti cinecomics continua a mietere grandi successi, perlomeno al botteghino. Non sempre apprezzato dalla critica, o da ciò che ne rimane nell’era dei social, è innegabile che i maggiori incassi negli ultimi anni siano stati realizzati da pellicole che vedono protagonisti eroi ed e eroine rigorosamente abbigliati in attillati costumi colorati. Non manca però — per fortuna, osserverà qualcuno — chi ha tentato una salutare opera di smitizzazione di tali personaggi, rendendoli di volta in volta con approcci più realistici, nei limiti ovviamente della materia trattata o, al contrario, grotteschi e caricaturali, quando non volutamente ironici o autoironici.
È questo il caso di Origini segrete, divertente film spagnolo apparso a fine estate sulla piattaforma Netflix, che dell’ironia ha fatto la caratteristica dominante dell’intera narrazione. Nello specifico si tratta di un thriller con qualche sfiziosa venatura splatter che strizza l’occhio non tanto al mondo dei supereroi tout court, quanto a quello degli appassionati dei fumetti, i nerd — potremmo dire — per vocazione.
La trama in sé è molto semplice — forse fin troppo, specie nel finale un po’ affrettato — ma tutto sommato sfiziosa: un improbabile terzetto di eroi dovrà fronteggiare e risolvere una serie di omicidi seriali ispirati a celeberrime storie della Golden Age dei fumetti, narranti le origini di alcuni personaggi Marvel, come Hulk, Iron Man e gli X-Men. Curioso notare, al riguardo, le riproduzioni delle storiche copertine degli albi con vistose alterazioni dei nomi, per non incappare in violazioni di copyright milionari…
Assistiamo così alle gesta un po’ sgangherate del pur fascinoso neo ispettore David Valentin (Javier Rey), del commissario, nonché conturbante cosplayer Norma (Veronica Echegui) e di Jorge Elias (Brays Efe), gestore di una fumetteria, nerd per eccellenza e figlio del valente ispettore Cosme (Antonio Resines), appena pensionato ma modello ispiratore per il nuovo arrivato David. Quest’ultimo ha patito da bambino, guarda caso, lo stesso dramma vissuto dal piccolo Bruce Wayne, circostanza questa che sortirà inevitabili conseguenze nella vita del ligio poliziotto…
Non aggiungo altro, avrete già intuito dove andrà a parare la storia. Eppure tale prevedibilità non nuoce più di tanto alla fruizione del film, che intende scopertamente vellicare il gusto “nerd” dello spettatore.
Peraltro il regista David Galan Galindo tenta un’operazione di rivalutazione del mondo nerd, visto in contrapposizione col cosiddetto mondo reale. Della serie: «Nerd di tutto il mondo, uniamoci!»
Non manca neppure un omaggio al compianto Stan Lee, realizzato con un falso cameo all’inizio del film, alla maniera delle inevitabili comparsate del Sorridente nei film Marvel.
Più in generale l’intera pellicola può essere vista come un divertente compendio di citazioni Pop, camp e cinematografiche. Spetterà allo spettatore individuarle e coglierle. Anche la colonna sonora, la fotografia e il montaggio del film appaiono allineati agli standard “di genere”, sia pure nei limiti di un budget che s’intuisce ben più modesto dei veri e propri cinecomics.
Se avete amato non tanto i classici film di supereroi, quanto opere un po’ dissacranti come Kick-Ass o Lo chiamavano Jeeg Robot, la visione di Origini Segrete vi regalerà un’oretta e mezza di piacevole divertimento.
(Luigi Milani)