Nella carne, di Sara Bilotti
Nella carne è un libro che affonda lentamente, come un coltello – appunto – nella carne.
I racconti di cui è composto ci parlano di realtà a noi vicine, del quotidiano, di vite che si rincorrono senza mai afferrarsi o che si trascinano stanche un giorno dopo l’altro.
C’è orrore nelle storie di Sara Bilotti, ma non solo. Anzi, l’orrore qui rappresenta la componente più sottile, mentre le atmosfere scavano nel noir e nel dramma di personaggi scolpiti nella pietra, a volte unici, a volte “sbagliati”.
Quello che colpisce, sopra a ogni altra cosa, è l’uso delle parole che Sara fa nei suoi racconti. È capace di dipingere immagini e sensazioni con poche pennellate, il che riesce a esaltare ogni singola storia anche laddove il lettore più attento potrebbe trovarvi delle imperfezioni.
La prima di queste storie è Farfalla e da subito appare chiaro cosa voglia dirci Sara. Le sue storie sono amare, piene di pathos, lasciano il segno. Sembrano dire: “qui dentro troverete la cruda realtà”.
Come non menzionare la cupezza e la musicalità di Passo numero quattro, con quel finale lì, che non poteva essere diverso neppure volendolo scrivere diversamente.
E poi la leggiadria triste e malinconica de Il pozzo verde, il perturbante Senza voce, il sorprendente e amaro Niente da perdere, il morboso rapporto delle due sorelle in Clara e Adele.
Sono soltanto alcuni, forse quelli che Il Terzo Occhio ha gradito di più, ma anche gli altri non vanno presi alla leggera. Come non sorridere di fronte alla perversione culinaria nel singolo Nella carne, che dà il nome alla raccolta, o al cinismo nero espresso in Caos e Loro.
Anche i racconti che ci sono apparsi più imperfetti, come il contorto Legami di sangue, il beffardo L’uomo nero o il più prevedibile Athina è libera, tutti – dicevamo – lasciano qualcosa, un segno che rimane. Da ognuno di essi trapelano tragedie familiari, scheletri nell’armadio, tradimenti, vendette, abusi e violenze domestiche. L’orrore del mondo reale arriva dritto in testa al lettore ancora prima di qualsiasi orrore immaginario.
Questa è la forza del libro di Sara.
C’è il mondo vero, Nella carne.
Tre coltelli
(Daniele Picciuti)