I segreti della mente, di Hideo Nakata (Chatroom)

Stavolta Il Terzo Occhio decide di inserire la locandina nella versione originale del film. D’altronde il titolo Chatroom centra in modo più nitido e preciso il cuore di questa pellicola. Non che non vi siano “segreti della mente” in questa storia, nera più che mai, ma l’influenza della rete sulle vite dei cinque ragazzi protagonisti è lo specchio di una società che percorre l’oscuro cammino dell’individualismo, portando il singolo all’isolamento e la vita virtuale al pari o – peggio – al superamento di quella reale.

Soli. Senza amici. Circondati da banalità, falsi valori, un mondo cupo e grigio – non a caso i colori del mondo reale sono pallidi e incolori – cinque giovani trovano conforto nella frenesia della rete, così variopinta nelle immagini e nei contenuti, ognuno con la propria stanza personalizzata, dove poter ricreare uno spazio proprio, ideale, pregno di quella individualità che là fuori è schiacciata dai problemi, dalle incomprensioni, da traumi mai superati.

E si arriva alla chatroom, all’incontro che cambierà la vita di tutti, alle deviazioni mentali di un Aaron Johnson (Kick-Ass) manipolatore, capace di servirsi della bellissima Imogen Poots (Fright Night) – con la quale intresca un morboso rapporto personale – per divertirsi alle spalle degli altri compagni di chat, fino a stravolgere la vita di un Matthew Beard (One day) problematico, pieno di sensi di colpa per l’abbandono da parte del padre, fino al tragico finale, quando i cgiovani protagonisti si trovano costretti a lasciare la sicurezza delle pareti verdi e luminose della chat per irrompere nella realtà, dove la vita non è solo un gioco e le azioni hanno conseguenze devastanti.

Nel complesso, un film che colpisce nel segno e spinge a riflettere sulle implicazioni sociali della rete e, nel caso particolare, delle chatroom.

Tre coltelli.

(Daniele Picciuti)