Black Spot (Zone Blanche)
Ho iniziato a guardare Black Spot con curiosità, dopo aver seguito un’altra serie interessante, La foresta (anche questa di matrice francese) e ho capito fin da subito che era nelle mie corde. Atmosfere cupe, una natura selvaggia che cela pericoli e inquietudini a ogni angolo, rumori sinistri che fanno eco al verso dei corvi, e innumerevoli strane morti.
Da subito, in Black Spot, si percepisce una forte aura soprannaturale anche se, man mano che si va avanti, questa rimane solo sullo sfondo. I delitti che vengono compiuti hanno assassini umani e motivazioni umane, ma in parallelo corre la crisi di Villefranche, paesino sperduto dove neanche i cellulari prendono come si deve (per questo si chiama zona bianca), afflitto dai traffici illeciti della famiglia Steiner, contro cui si battono i Figli di Arduinna, un movimento che rivendica il rispetto per la foresta secondo i miti delle tribù celtiche un tempo stanziate nella regione.
A indagare sui delitti è il maggiore Laurene Weiss (Suliane Brahim), che ha alle spalle un passato misterioso. Quand’era giovane, infatti, venne rapita e tenuta in catene in un luogo che non ricorda più. Riuscì a liberarsi con grande sacrificio e fu raccolta dal suo ragazzo di allora e attuale sindaco Bertrand Steiner (Samuel Jouy) di cui è ancora innamorata, pur essendo lui ormai sposato e con una figlia. Ed è proprio la sparizione di questa ragazza a riavvicinare i due e a dare inizio alla guerra silenziosa dei Figli di Arduinna.
Laurene viene assistita dal fido Martial “Nounours” Ferrandis (Hubert Delattre), l’unico che sembra comprendere ciò che lei sta passando. A complicare le cose ci si mette il nuovo arrivato, il procuratore Franck Siriani (Laurent Capelluto), che vuole vederci chiaro su tutte le morti di Villefranche, e Cora (Camille Aguilar), la figlia di Laurene, che segue un’indagine tutta sua sulla scomparsa della ragazza, che la porterà pericolosamente vicina ai Figli di Arduinna.
Tutto lascia pensare che ci sia del marcio nella foresta, e che un’antica creatura muova fili invisibili per preservarne l’integrità. Ma è davvero così, o, in fin dei conti, la natura si sta soltanto difendendo?
Se vi piacciono le serie di grande atmosfera, lente ma efficaci, in cui i misteri vengono dipanati a poco a poco, Black Spot è quello che fa per voi. Su Netflix trovate le prime due stagioni e mi aspetto che a breve venga ufficializzata la terza.
Quattro coltelli.
(Daniele Picciuti)