Morbo Veneziano, di Danilo Arona e Massimiliano Gallo (Cut Up Comics)

La collana Vitriol, curata da Stefano Fantelli e Gianfranco Staltari per Cut Up Comics, prende il via con Morbo Veneziano, opera prima di Danilo Arona sul medium fumettistico, distribuita in tutte le fumetterie da Panini e ordinabile dal sito dell’editore.

Dalla prefazione di Giacomo Cacciatore: “Ci sono cose che nascono e muoiono presto. O, almeno, noi crediamo che siano morte. In realtà si nutrono di pause e silenzi, e meditano di riemergere dalla loro tana scavata nel tempo per tornare a nuova vita, sotto una nuova forma.”

E forma e materia sono uno dei tanti temi legati a quest’opera di Arona, non solo per la trasformazione del medium con cui la storia è stata raccontata (da soggetto cinematografico, passando per il romanzo “fittizio”, terminando – forse – con il romanzo a fumetti). Qui, forma e materia si compenetrano e si degradano vicendevolmente: la materia di cui è fatto il Male che deteriora progressivamente la forma delle persone, così come quella del reale; la forma che, infettata, decade e nel tentare di tornare a se stessa muta orribilmente.

A Venezia, la neve scende leggera e il sangue macchia le calli, diluendosi tra i canali. Cadaveri dal petto squarciato vengono a galla, mentre creature misteriose si aggirano sotto il pelo dell’acqua. Tutto questo accade mentre in cielo appare un misterioso corpo astronomico che non riflette la luce solare, ma la assorbe. E in qualche modo, tutti questi elementi sono connessi alla nuova inquilina di Palazzo Monselice, l’americana Camille Holmes, affetta insieme al fratello da una patologia tanto rara quanto devastante. E il timore che il mondo stia per concludersi cresce giorno dopo giorno…

Per le tavole di Massimiliano Gallo e i toni di grigio di Roberta Sacchi, Danilo Arona si dà per la prima volta al fumetto, ampliando in qualche modo l’universo narrativo “quantistico” avviato con il romanzo L’estate di Montebuio (Gargoyle Books) e continuato con Malapunta (Edizioni XII, che a essere più precisi è opera di Perdinka). Questo “gioco di specchi” continua con Morbo Veneziano, adattamento a fumetti del romanzo L’Onda di Morgan Perdinka. Sui rapporti tra Arona e il suo doppio letterario Perdinka, sull’abitudine dell’autore di far deflagrare i confini tra fantastico e reale contaminando entrambi i campi, si è già detto molto. Anche della particolare genesi dell’opera se n’è parlato in questa stessa rubrica (se non l’avete già fatto, leggete “Arona, Perdinka e l’apocalisse a fumetti” su Knife 2, che troverete anche in appendice al fumetto).

Morbo Veneziano, come è tipico nel lavoro di Arona, contiene plurimi livelli di lettura, così come abbondano le tematiche affrontate, dagli orrori “lovecraftiani” ai miti antichi, dal tòpos della casa stregata all’Apocalisse e ai segnali che la precedono. Lo stile del fumetto risente della “provenienza” dell’autore, con dialoghi e didascalie estesi, ma la prosa sempre piacevole di Arona non lo rende un difetto. Massimiliano Gallo, con questa esperienza, mostra un grande talento e il lavoro di Roberta Sacchi dà alle tavole la profondità che la narrazione richiede. Il volume è impreziosito, in appendice, da un estratto de L’Onda, in cui la prosa potente e profonda di Perdinka lascia ancora una volta il segno.

Morbo Veneziano è un fumetto estremamente denso di contenuti, che esondano oltre la copertina per toccare il lettore e la sua visione della realtà, e la forza dell’opera aumenta se letta come una tessera del mosaico dell’universo “quantistico” originatosi con Montebuio.

La verità è questa: Danilo Arona è un virus.

Leggete L’estate di Montebuio e Morbo Veneziano. La vostra percezione del reale cambierà, all’inizio in modo molto sottile. Poi, qualcosa di oscuro comincerà a covare dentro di voi. Come un virus. Inizierete a notare piccoli segni, qua e là, coincidenze su cui sarete portati a riflettere. Dopo poco collegherete quel che avete percepito al quadro generale, a eventi così grandi che solo gli sciocchi potrebbero non notare. Infine, arriverete al momento in cui vi perseguiterà, costante, il sospetto che i conti non tornino, che nel reale ci sia qualcosa fuori posto, ma che sia difficile dire cosa.

Arona e Morbo Veneziano sono la prova che in questo periodo di crisi, rivolgimenti sociali, politici ed economici di scala mondiale, la letteratura dell’orrore che si nutre di presagi apocalittici sia una delle poche in grado di fornire una chiave di lettura globale (metaforica o simbolica, se serve a tranquillizzarvi) del nostro travagliato presente.

(Marco Battaglia)