Chernobyl diaries, di Brad Parker
La migliore cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro… secondo Sartre questo è un metodo per non lasciarsi sfuggire la realtà, per indagarla, comprenderla e sfuggire alla Nausea. Un uomo estraneo alla realtà in cui vive che cerca di capirne il senso catalogandola, portandola con sé nella sua introspezione. Il diario è questo; un momento in cui si riflette su ciò che è accaduto.
E se il diario fosse scritto a Cernobyl? Vivere la propria storia sulle radiazioni e cercare di capire cosa può sopravvivere dopo un incidente atomico…
Ecco il tentativo intrapreso da un gruppo di ragazzi che, dopo avere attraversato l’Europa, parte alla volta dell’ignoto. Dopo una breve gita nei luoghi dell’orrore, i protagonisti rimangono intrappolati nella città post atomica. Una Silent Hill in stile sovietico-socialista fatta di cemento, desolazione e presenze che attendono nell’ombra.
Anche dal trailer è difficile capire di quale natura sia l’incubo in cui i ragazzi verranno trascinati e lo svolgimento della trama non sembra scontato come si potrebbe credere.
La nuova pellicola esordirà in America il 25 maggio. I Diari di Cernobyl nascono dalla collaborazione di Oren Peli (Paranormal Activity) e di Brian Witten (ideatore di film come American History X, Spawn, Dark City, Final Destination).
Per Brad Parker è l’esordio alla regia, dopo aver curato gli effetti visivi di pellicole come Fight Club, Blood Story e I Padroni della Notte.
Nel cast ritroviamo alcuni attori già apparsi in altre pellicole horror: Nathan Philips (Wolf Creeck); Jonathan Sadowski (Friday the 13th).
Produzione: Alcon/Filmnation/Warner Bros
Paese: Usa 2012
Durata: 105 minuti
Formato: Colore
(Mirko Giacchetti)