The Pyramid, il film
Essere stato invitato alla Prima di un film come The Pyramid è stato davvero un piacere. Non solo è pieno di omaggi a molte gloriose pellicole degli anni Ottanta (ne cito qualcuna: La Casa, Demoni, Il Signore del Male e, naturalmente, Hellraiser), ma dimostra che il cinema di genere in Italia è tutt’altro che morto. Dire che il lungometraggio è diviso in quattro segmenti è in realtà minimizzare: ho potuto infatti notare un filo conduttore in tutti gli episodi – non solo legato all’oggetto maledetto in questione – sia per quanto riguarda l’atmosfera, sia rispetto a una certa modalità di sviluppare la storia. Certo, ogni regista ha fatto emergere il proprio stile personale, e questo è servito a dare visioni diverse in un progetto comune e, in ogni caso, unitario. Sin dall’introduzione si capisce come le (poche) risorse disponibili siano state utilizzate al meglio, per creare un prodotto professionale e moderno e, anche durante la visione, ho notato una grandissima attenzione ai particolari.
Si parte con The Ritual, episodio diretto dal grande Alex Visani, che mette subito le cose in chiaro su cosa dobbiamo aspettarci: orrore di classe e scioccante al punto giusto. Le immagini conclusive dell’episodio mi hanno lasciato un senso di disturbo e di inquietudine che rare volte mi è capitato di provare in tempi recenti.
Si passa a una visione più psicologica dell’incubo con Dream Door, di Luca Alessandro. Questo è uno degli episodi che mi sarebbe piaciuto vedere sviluppato come lungometraggio: il rapporto tra i personaggi è infatti molto complesso e sarebbe sicuramente stato valorizzato maggiormente in tempi più dilatati. Molto buona l’esplosione horror alla fine: una corsa frenetica, quasi animalesca, verso la tragica conclusione.
Si arriva al terzo episodio, Pestilence, diretto da Simone Chiesa e Roberto Albanesi: spaventosa la situazione e interessante il mix tra presente e passato, anche se ammetto di non aver gradito alcuni passaggi, quasi da video musicale. Molto suggestiva e ben riuscita la sequenza finale, accompagnata da una colonna sonora molto d’atmosfera.
Chiude il film Apocalypse, di Antonio Zannone, episodio sicuramente molto ambizioso, posto in uno scenario post apocalittico. Ammesso che con un budget superiore avrebbe reso di più, bisogna riconoscere che, in pochi minuti, il regista è riuscito a caratterizzare i personaggi, creare una trama avvincente e realizzare delle scene d’azione ben costruite.
Il film è solido, penso che qualunque appassionato di horror potrà essere d’accordo con me, girato con passione e competenza. La grinta e l’entusiasmo dimostrati da Alex Visani al termine della visione credo siano più che motivati: in un ambiente in cui la tendenza è farsi la guerra a vicenda, creare qualcosa insieme è un evento più unico che raro. Il risultato però parla chiaro: unendo le forze non si può che far bene.
Per quanto mi riguarda, preferisco considerare The Pyramid un punto di partenza e non di arrivo: un ottimo biglietto da visita per cose a venire, che spero non tarderanno a invadere i cinema nostrani.
(Mauro Saracino)