La sentinella, di Claudio Vergnani
In Italia, lo sappiamo tutti, per gli appassionati di narrativa fantastica non è una vita facile. Districarsi, giornalmente, in reparti in cui l’horror viene mescolato con lo young adult o dove la fantascienza è confusa con il fantasy, è una lotta impari che soltanto un manipolo di testardi e incoscienti porta avanti, senza mai arrendersi. Quando, però, qualche casa editrice decide di fare le cose sul serio, allora è una festa, uno di quei giorni in cui tutto sembra bello e le cose tornano al loro posto. È il caso del nuovo romanzo di Claudio Vergnani, un autore che non avrebbe nulla da invidiare ai maggiori (e centinaia) scrittori stranieri che ci vengono propinati tutti i giorni dal nostro (malato) sistema editoriale, tanto che leggere La sentinella è un toccasana, significa riscoprire sapori che parevano ormai perduti.
Dopo l’inattesa svolta generalista di alcuni anni fa, la Gargoyle Books propone di nuovo un romanzo forte, in cui horror e post apocalittico si mescolano alla perfezione, uno di quelli che negli anni passati ne avevano segnato storia e gloria. Dopo la trilogia del vampiro e il crudissimo horror I vivi, i morti e gli altri pubblicati sempre dalla casa editrice romana, il suggestivo Lovecraft’s Innsmouth (Dunwich Edizioni) e la parentesi thriller di Per ironia della morte (Nero Press Edizioni), Vergnani torna a raccontarci di un mondo distrutto, tornato all’oscurantismo medievale, in cui la Chiesa ha ripreso il suo ruolo centrale e dove ognuno sopravvive come può. Per il protagonista del romanzo, la sopravvivenza passa per la Selezione, una spietata gara di resistenza in cui il premio è divenire una Sentinella, nel qual caso significherebbe passare dal “sopravvivere” al “vivere”, ma che richiede uno sforzo al di là di ogni umana immaginazione.
Riportando, spesso, alla mente le atmosfere apocalittiche del King-Bachman di La lunga marcia e L’uomo in fuga, Vergnani ci regala un romanzo straordinario che si trasforma, fin dalle prime pagine, in una corsa infernale dove non c’è nemmeno il tempo di prendere un respiro, ma che, soprattutto, proprio quando sembra arrivata al traguardo, riprende più avvincente di prima. La sua capacità, però, va oltre il semplice raccontare un’avventura tra città distrutte, creature mutanti, folli cannibali, sotterranei e cimiteri abbandonati, e ci spinge anche a ragionare sul nuovo stato delle cose. Profonda e sentita è la riflessione sulla religione e sul suo ruolo all’interno della nostra società, ci sono brani che potrebbero essere riportati durante un sermone domenicale, mentre è altrettanto potente la vena (auto)biografica, così che il protagonista potrebbe essere l’autore stesso, ma anche il lettore, in eterna ricerca della propria dimensione, in un mondo che quotidianamente ci cambia le regole del gioco. La Selezione si trasforma, quindi, in una metafora della ricerca di se stessi, in un percorso che, una volta terminato, spesso ci riporta dritto da dove tutto era cominciato.
Una sperimentazione che se, da un lato, sembra sacrificare il Vergnani che conosciamo, fatto soprattutto di dialoghi surreali e ironici (nella prima parte de La Sentinella sono ridotti all’osso), dall’altro ci regala un autore capace di andare oltre se stesso, di provare a mettersi in discussione decidendo di esplorare nuovi e sorprendenti territori.
(Marcello Gagliani Caputo)