Il Pentacolo, un retaggio perduto
Simbolo malevolo o chiave di una sapienza silenziosa?
Il Pentacolo è un simbolo antichissimo, formato da una stella a cinque punte, che si trova spesso iscritta all’interno di un cerchio. Di tutti i simboli esoterici, è forse uno dei più temuti e incompresi. Dalle streghe ai satanisti, fino alle Brigate Rosse, il povero Pentacolo si è visto associare, nel corso dei secoli, ai contenuti più disturbanti e pericolosi per quello che viene considerato l’ordine costituito.
Ma quali sono i significati celati dietro la stella a cinque punte? Sono sempre stati negativi?
Nel Maniero del Crepuscolo, da dove come ogni mese vi scriviamo, esistono meandri di corridoi, con centinaia di porte, ciascuna dedicata a un mistero. Io e Orby (il mio assistente invisibile) oggi siamo stati attratti irresistibilmente da un vecchio portone di legno, contrassegnato da un Pentacolo d’oro.
E questo è il resoconto del nostro viaggio.
Alla ricerca del Pentacolo Perduto
Ci siamo ritrovati nel Mondo Antico, fra le prime civiltà di questa parte del globo, dove la stella era un simbolo Femminile. Già dai tempi della Mezzaluna Fertile, le varie forme di stella erano connesse alle dee della fertilità e dell’abbondanza, come Ishtar, Inanna, Allāt.
Siamo quindi arrivati nell’antico Egitto, terra madre di ogni tradizione esoterica Europea, e lì, inciso su una parete, un Pentacolo molto particolare ci aspettava: era il geroglifico che indica il Duath, ovvero l’Aldilà, la dimensione invisibile e spirituale, patria degli dei egizi, i Neteru, e fonte della magia. Simbolo, parola, suono che conduceva, per gli antichi, oltre il “Velo” fra i mondi.
Dall’Egitto siamo giunti quindi in Grecia, i cui filosofi guardavano alla “terra di Nomo” e ai suoi sacerdoti come custodi di un sapere perduto. Platone riporta nei dialoghi di Timeo e Crizia che la grandiosa civiltà egizia sarebbe discesa dal popolo di Atlantide, il famoso continente scomparso, facendone l’ultima custode dei suoi segreti.
Che il Pentacolo sia uno dei retaggi del Continente Perduto? ci siamo chiesti, affascinati. Lo stesso fascino deve aver toccato il cuore di molti, nel succedersi delle epoche.
Da Venere alla Sezione Aurea
Nel mondo ellenico il pentacolo era associato a Venere per la sua particolare orbita che, vista dalla Terra, traccia proprio una stella a cinque punte nel cielo, e per farlo impiega otto anni. Simbolo di bellezza divina e perfezione, la stella a cinque punte era anche detta “Pentagramma” o “Pentalfa”, perché costituita da cinque lettere alfa.
Gli iniziati appartenenti alla società segreta dei Pitagorici ben sapevano che la stella a cinque punte conteneva, nascosta nelle sue proporzioni, la Sezione Aurea: la mistica proporzione alla base del concetto di armonia e bellezza nell’arte antica. I Pitagorici si riconoscevano fra loro mostrando proprio una stella a cinque punte, chiamata anche Hygieia (“sta bene”), tracciata sul palmo della mano. Inoltre Pentemychos (cinque angoli) era anche il titolo della perduta cosmogonia creata da Pherecyde, l’insegnante di Pitagora.
Quello di cui ci siamo resi conto, viaggiando fra i significati di questo simbolo, è che il Pentacolo è un segno universale, riscontrabile nella geometria sacra di ogni continente. In Cina, ad esempio, il Pentacolo è il simbolo dei cinque movimenti stagionali (Wu Xing), emanazioni cosmiche dei cinque elementi puri (Spirito, Aria, Fuoco, Acqua, Terra) che, nella cosmologia taoista, compongono l’essenza di ogni cosa.
Microcosmo e Macrocosmo
Nel mondo antico questo simbolo era considerato un mandala, un cosmogramma raffigurante quelle leggi spirituali, sottili e invisibili, celate dietro la maschera della Natura. In ogni Pentagramma, è possibile tracciare all’infinito pentagrammi sempre più piccoli, così come ogni pentagramma può essere inscritto in una stella più grande, in un gioco senza fine. Ogni sua punta inoltre rappresenta un Elemento in perfetto equilibrio; idealmente, ogni sua linea è un sentiero da percorrere per trovare la perfezione.
Tutti i simboli sono segni visibili che rimandano a qualcos’altro, un significato più grande e non rappresentabile altrimenti. Per gli antichi, il simbolo del Pentacolo è nato con lo scopo di portarci là dove tutto è nato, in un mitologico “tempo oltre il tempo”, alla fonte dell’esistenza.
In numerologia, il numero cinque è il numero dell’Uomo, che Leonardo Da Vinci, nel Rinascimento, rappresenta con braccia e gambe aperte, come una stella inscritta nel cerchio, nell’opera chiamata L’Uomo Vitruviano. Cinque dita della mano, cinque sensi, cinque direzioni cardinali (Nord, Est, Sud, Ovest e il Centro), nella rappresentazione dell’Uomo Rinascimentale, un individuo inscritto nel Cerchio, ovvero in perfetta armonia con il Creato e le sue leggi.
Tuttavia, durante i mille anni di Medioevo, con la frammentazione dell’Impero Romano e degli equilibri geopolitici, il Pentacolo ha purtroppo acquisito un valore sempre più negativo. Ciononostante si trova come elemento geometrico in un gran numero di chiese, come nel rosone dell’Eremo Templare di San Bartolomeo in Spagna; nascosto nel battistero del Duomo di Spalato; inciso sulle pareti del Duomo di Crema; nella basilica del Sacro Cuore a Montmartre, in Francia, e in migliaia di altri luoghi, spesso in connessione con Templari, Massoni e altri ordini segreti.
Un simbolo mistico
Venne chiamato, fra gli altri nomi, “Sigillo di Salomone” (come la sua variante a sei punte), e venne col tempo associato alla Stregoneria e all’Occultismo. D’altronde, secondo la moderna antropologia, quando streghe, guaritrici di campagna e tutti i continuatori della Vecchia Religione vennero perseguiti e tacciati di essere in combutta col Diavolo, il Pentacolo e i suoi significati finirono nel libro nero della Chiesa Cattolica, insieme a tutto il retaggio indesiderato dei culti antichi. I Dei pagani divennero demoni, simboli di buon auspicio divennero satanici e malevoli, e il Pentagramma, a quanto pare, si tinse di paura e ignoranza.
Eppure esso è un simbolo mistico, matematico, alchemico, denso di significati, nato come rappresentazione di armonia, bellezza, perfezione. All’interno della Geometria Sacra, come numerosi pensatori della storia hanno provato a comunicarci, rappresenta la Quintessenza.
Oggi il Pentacolo è l’emblema del Neopaganesimo e della Wicca, dove è stato riabilitato, anche se talvolta in modo un po’ new age e sommario. In queste pratiche viene utilizzato come fulcro catalizzatore dei rituali e segno di riconoscimento, tracciato in terra come simbolo di protezione, oppure disegnato con linee ideali per creare un Cerchio Magico, lo spazio sacro dove i praticanti di queste vie spirituali operano riti, incanti e meditazioni.
Queste correnti di pensiero, di cui esistono centinaia di sfumature, non hanno in sé niente a che fare col Satanismo, il quale, in quanto ribellione al concetto di Dio cristiano, rientra in un’ottica religiosa giudaico-cristiana, seppure in modo negativo. Il Pentacolo utilizzato nel Satanismo si riconosce dalla punta verso il basso, in una posizione materialista e antispirituale.
Simbolo alchemico secolare, il Pentacolo è stato considerato da molti come dotato di un potere a se stante, vivo e radiante. È in un certo senso uno scrigno dei segreti della magia, come abbiamo visto, dai numerosi livelli di significato. È ritenuto in generale un simbolo di protezione e buon auspicio, un potente talismano e una chiave di lettura, in grado di aprire porte su corridoi infiniti, ancora tutti da esplorare.
(Flavia Imperi)