Il manoscritto Voynich: un mistero autentico

È recente la notizia, riportata in Italia da Repubblica.it, che il manoscritto Voynich sarebbe autentico e non un falso come precedentemente sostenuto dall’ortodossia scientifica, per lo meno secondo la rivista di informazione scientifica Plos One. Il volume conterrebbe “un codice, basato sullo schema di reiterazione delle parole in relazione agli argomenti trattati”.
Molti – per lo meno in campo accademico – fino a oggi non erano affatto d’accordo sulla genuinità del manoscritto, questo è vero. Di sicuro nessuno però ne ha mai potuto dubitare l’unicità.
Definito (forse a ragione) dal professore di filosofia Robert Brumbaugh, “il libro più misterioso del mondo”, il testo è scritto in una lingua che continua a eludere i crittografi, nonostante gli ultimi test effettuati appunto dal ricercatore Marcelo Montemurro, fisico all’Università di Manchester. Esso contiene altresì delle immagini altrettanto criptiche: disegni di piante inesistenti; mappe astronomiche; geometria esoterica; il tema ricorrente di figure femminili collegate con l’elemento acqua.
Un libro affascinante, misterioso, sopratutto unico che contiene un messaggio che rischia di non essere mai decifrato.
16 centimetri di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Queste sono le misure abbastanza ridotte del manoscritto conservato in singola copia presso la Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale, negli States. Manoscritto che risalirebbe al 1400, anche se per molti secoli è scomparso dalle documentazioni storiche, solo per riemergere poi nel 1912. Il volume fu acquistato dal libraio specializzato in antichità Wilfrid Voynich (da qui il nome del manoscritto). A custodirlo per molto tempo erano stati dei gesuiti italiani che decisero di venderlo, insieme ad altri volumi antichi, per far cassa. A decifrarlo ci provarono anche esperti di cifratura della Seconda Guerra Mondiale, inutilmente.
Cosa voleva comunicare l’autore?
Purtroppo non lo sappiamo. Quel che è certo è che le informazioni contenute nel misterioso manoscritto dovevano essere rese accessibili ai pochi, anzi ai pochissimi prescelti, altrimenti non si spiegherebbe l’uso di una lingua forse inventata proprio con lo scopo di scrivere questo testo.
Nell’alchimia – e nell’esoterismo in generale – sono stati usati spesso dei simboli per celare ai non iniziati informazioni che, se rese di dominio pubblico, si sarebbero potute utilizzare per scopi poco nobili, o avrebbero potuto mettere in pericolo la stessa Tradizione Unica tramandata per millenni dalle scuole misteriche e – per fortuna – preservate in tempi più recenti, nonostante la minaccia oscurantista della Chiesa Cattolica e quella materialista della scienza ortodossa, dai Rosacroce, dalla Massoneria e dalle varie scuole iniziatiche sparse per il mondo.
È possibile che il manoscritto Voynich sia collegato alle dottrine esoteriche?
La risposta non può che essere un altro punto interrogativo: forse sì, forse no.
La strada verso la risoluzione dell’enigma, se mai la soluzione emergerà, è ancora molto lunga. Come dice lo stesso Montemurro: “Deve esserci una storia, dietro questo libro. Una che forse non conosceremo mai.”
Grazie alle recenti analisi effettuate dal fisico, però, possiamo ora affermare una cosa: il manoscritto non è una truffa. E questo è già, oltre ogni ombra di dubbio, un importante passo in avanti.

(Roberto Bommarito)